Vita
La vita del Goldoni
Carlo Goldoni nacque a Venezia nel 1707. A causa dei frequenti trasferimenti del padre, un medico, nei primi anni di vita, il piccolo Carlo dovette spostarsi in molte città. A Perugia, dove studiò presso un collegio di gesuiti e iniziò ad appassionarsi alla letteratura in particolare al teatro, rimase infatti molto affascinato dalle commedie dell'autore latino Plauto. Il teatro entrò in modo un po' casuale nella vita di Goldoni, infatti, nel 1721, mentre si stava trasferendo con la famiglia a Chioggia, viaggiò su una nave dove era presente una compagnia di comici e Goldoni ne rimase profondamente affascinato. Sempre seguendo i frequenti spostamenti del padre, si trasferì prima a Milano e poi a Pavia, dove nel 1723 intraprese gli studi di giurisprudenza, ma purtroppo dopo soli due anni venne espulso dalla città per aver scritto una satira contro le donne pavesi. Sono anni molto difficili per Goldoni, rischiò anche di cadere in una vera e propria depressione alla ricerca di una sua identità. Nel 1729 decise di dedicarsi interamente al teatro ed inizialmente fu autore e attore di scenari per la commedia dell'arte. Tuttavia, con la morte del padre, fu costretto a cercare una sistemazione anche economica. Riprese poi a studiare, si laureò finalmente a Padova in giurisprudenza. Goldoni non era nato per svolgere la professione di avvocato e così decise di dedicare anima e corpo alla sua vera vocazione, cioè il teatro. Lavorò prima presso il teatro San Samuele a Venezia, in seguito dal 1737 al 1741 gli fu affidata la direzione del teatro San Giovanni Crisostomo, nel 1743 venne rappresentata la prima commedia interamente scritta, dal titolo "La donna di garbo". Importantissimo a questo punto, per la carriera di Goldoni, fu l'incontro con il capocomico Girolamo Medebach avvenuto nel 1747 a Livorno. Medebach lo assunse come scrittore stipendiato di opere teatrali presso la sua compagnia. A Venezia i due lavorarono presso il teatro Sant'angelo dal 1748 fino al 1752 e in questi anni Goldoni scrisse, e mise in scena, un numero altissimo di commedie, circa 8 l'anno.

Parallelamente Goldoni però venne attaccato da Pietro Chiari e Carlo Gozzi, due critici sostenitori del teatro tradizionale. Per via di polemiche, l'entusiasmo del pubblico nei confronti del commediografo si raffreddò e allora Goldoni decise di stringere una vera e propria scommessa con i suoi spettatori. Per la stagione del 1750 si ripromise di scrivere ben 16 nuove commedie in un solo anno, non solo riuscì nell'impresa ma addirittura tra queste opere troviamo alcuni dei suoi migliori lavori. Tuttavia, in seguito, iniziò a lavorare in modo autonomo e stipulò un contratto per nove anni con il Teatro San Luca a Venezia dal 53 al 62. Ancora una volta però, amareggiato e stanco a causa dell'accanimento dei suoi nemici, decise nel 1762 di abbandonare l'Italia e di trasferirsi a Parigi. Qui a Parigi, Goldoni ripartì da zero, ma ancora una volta, poco a poco, riuscì ad imporre anche in Francia la sua riforma della commedia. Nel 1765 riuscì addirittura ad entrare all'interno della corte di Luigi XV come maestro personale di italiano per figlie del re, un incarico che mantenne anche sotto il successivo Re Luigi XVI. Ebbe un generosissimo stipendio oltre alla possibilità di soggiornare presso la lussuosissima reggia di Versailles, trasformando completamente la sua vita. In questi anni iniziò la scrittura delle sue memorie che vennero pubblicate proprio a Parigi nel 1787. Lo scoppio della Rivoluzione francese del 1789 lo investì drammaticamente essendo appunto alle dipendenze del re, gli venne sospesa la generosissima pensione e morì in povertà nel 1793.