C'è ancora domani

Nella Locandiera, la commedia di Goldoni, possiamo notare come la trama si concentri sulla figura di Mirandolina, una donna "moderna" che con la sua intelligenza riesce a gestire se stessa, la locanda e, soprattutto, con la sua bellezza, a sottomettere tutti gli uomini che desidera. Nel corso del tempo la figura della donna è sempre stata soggetta a diversi cambiamenti, dall'essere utili solo per procreare e occuparsi della casa senza poter studiare perché ritenute inferiori agli uomini, all'essere invece lavoratrice e libera. L'8 marzo è la giornata internazionale della donna: in questa data vengono celebrati tutti i successi in ambito politico e sociale che nel corso degli anni ha ottenuto la donna dopo numerose lotte e proteste. La libertà che ad oggi hanno conquistato le donne non è stata per niente semplice da ottenere.

La descrizione perfetta di questa situazione è stata realizzata da Paola Cortellesi con il suo esordio da regista nel film "C'è ancora domani" debuttato al cinema il 26 ottobre 2023. Film realizzato in bianco e nero è ambientato nel secondo Dopoguerra e riesce a parlare a qualsiasi spettatore di qualsiasi età.

Ambientato a Roma, il film tratta della storia di Delia, una donna di casa, madre di tre figli e moglie di Ivano, l'uomo che, invece di renderla felice, è il responsabile della sua sofferenza: la donna, come tante altre donne, è vittima di violenza fisica, psicologica, economica ed è totalmente sottomessa dall'uomo. Le sue giornate si alternano tra i lavori sottopagati che svolge e gli incontri con la sua amica Marisa, con il soldato americano William che si era offerto di aiutarla dopo aver visto i lividi nel suo corpo e Nino, un vecchio amico per cui Delia ha sempre provato qualcosa. La primogenita, Marcella, disprezza la madre perché non riesce a ribellarsi al padre per tutte le violenze. Nonostante questo, Delia cerca sempre, in qualsiasi situazione, di aiutare la figlia, in particolare mi ha colpito la scena in cui Marcella dimentica di aver lasciato acceso il fuoco con la pentola contenente la cena e quindi per sbaglio la brucia. Delia quindi sapendo come avrebbe reagito suo marito, si prende la colpa e di conseguenza venne picchiata da Ivano. Inoltre, senza esserne consapevole, anche la figlia stava entrando in un matrimonio simile a quello di sua madre: Marcella si era fidanzata con Giulio, un ragazzo benestante la cui famiglia gestiva un bar. Il viso da bravo ragazzo ha ingannato tutti, persino Marcella: Giulio in realtà era molto simile a Ivano.

Delia dopo aver sentito le minacce che usa Giulio per Marcella e riconoscendo in queste le stesse parole usate da suo marito, capisce che si trova in pericolo e allora con l'aiuto dell'americano William fa esplodere il bar della famiglia di Giulio così da essere costretti a lasciare la città. La bravura della Cortellesi sta nel fatto che la violenza non viene mostrata esplicitamente ma viene semplicemente percepita. E' riuscita a trattare il delicato tema della condizione delle donne con quel tocco di ironia che solo lei sa inserire: la violenza infatti è stata realizzata in una scena con un ballo, l'aggressione viene addolcita con la musica in sottofondo e mentre i due si avvicinano ballando, Ivano la colpisce procurandole dei lividi. I lividi però appaiono e scompaiono questo simboleggia il fatto che nella testa di Delia, la realtà scompare e lei ricomincia ogni giornata come se niente fosse successo: la stessa Cortellesi infatti afferma in un'intervista che la forma di violenza più grave da mettere in scena è stata proprio il "fare finta di niente".

Un giorno Delia riceve una misteriosa lettera che tiene nascosta, sarà proprio questa a darle la speranza di poter avere un futuro migliore: si trattava della tessera elettorale. Il coraggio che non ha avuto durante tutto il film, lo ha trovato solo alla fine quando decide di recarsi alle urne per votare. Siamo nel 1946 e il 2 e il 3 giugno per la prima volta le donne hanno esercitato il diritto di voto, infatti su 25 milioni di elettori, 13 milioni furono donne. Il film poi si conclude con la celebre frase della giornalista Anna Garofalo con cui raccontò quelle due giornate indimenticabili: "Stringiamo le schede come biglietti d'amore". Questa frase simboleggia il vero significato che si cela dietro il diritto di voto, cioè un passo per avvicinarsi all'uguaglianza di genere, per la quale le donne lottano ancora oggi. Su queste parole, Paola Cortellesi ha realizzato "C'è ancora domani", premiato come film dell'anno ai Nastri D'argento del 2024 ed è entrato nella top 5 dei film italiani con il maggior incasso di sempre, oltre a tutto il successo internazionale che ha ottenuto. Un film da vedere almeno una volta vita, il messaggio anche se non esplicito arriva a tutti gli spettatori.